domenica 29 marzo 2015

Musica, abiti, vino e tarallucci

Vivo in una grande città. Milano. Ci sono circa due milioni di abitanti se consideriamo anche l'hinterland. E' una città che ad alcuni piace, ad altri no. Nonostante questi giudizi strettamente soggettivi, credo che quasi tutti voi sarete d'accordo nel definire questa grande metropoli come un luogo pieno di opportunità ed eventi. Ultimamente ho partecipato ad alcuni di essi. Non molto tempo fa vi avevo parlato di Rossy De Palma e del suo spettacolo al Piccolo di Milano. Oggi vi parlerò di una sfilata di moda, la prima alla quale ho partecipato. Ammetto di essere andata senza avere la minima idea di come si sarebbe svolta e solitamente sono aperta alle idee alternative.

L'ambiente scelto per ospitare la sfilata della stilista Anna Lenti è stato lo spazio Tadini. Per chi di voi non fosse sufficientemente informato su questo cognome: si tratta di un pittore, Emilio Tadini, classe 1927. Oggi, è un luogo gestito dal figlio Francesco, direttore artistico della Scala milanese. Che dire del posto? Molto bello. Merita sicuramente una visita. Una perla nascosta nella caotica zona centrale milanese. Come ci è stato spiegato da Tadini junior in persona, il suo gruppo di lavoro ha pensato di allargare il progetto alle altre discipline artistiche oltre alla pittura. Per esempio, nel 2010, il primo comizio di Beppe Grillo si è tenuto proprio in questo spazio. Un progetto ambizioso, aggiungerei. Sulle parole, interessante. E' possibile assistere alle mostre di pittura e un concerto jazz, oppure qualche spettacolo di danza. La serata alla quale ho partecipato io, era su questa scia. Pensata, ma male riuscita.

L'evento doveva iniziare alle 21, c'è stato un ritardo di 30 minuti. L'organizzazione è stata molto carente. Qualche giorno prima mi è stato comunicato che si trattava di un evento a numero chiuso, più tardi è stato spiegato che poteva entrare chiunque. Quando si organizza un evento in uno spazio ristretto, bisogna sapere esattamente quante persone ci saranno, altrimenti si rischia, come, del resto è capitato, che gli ultimi arrivati dovranno restare in piedi. Per quanto riguarda la sfilata, a dire il vero non c'è stata.

Si è deciso di fare una presentazione alternativa facendo indossare un paio di abiti a delle ballerine che ballavano. In pratica, per quindici minuti ho visto due abiti indossati sopra i body che vengono usati per la danza. Anche la musica non era quella che solitamente si vede nelle sfilate in televisione, sembrava di più una musica da meditazione, il che concilia molto bene il sonno. Dopo questi quindici minuti, ci è stato detto di fare cinque minuti di pausa in quanto dovevano preparare la seconda parte della serata, in cui un gruppo italiano (dal nome inglese), avrebbe suonato. Alcuni dei presenti sono usciti dalla porta posteriore. Altri, sono rimasti seduti sbuffando. Una volta arrivato il gruppo, mi è venuto il mal di testa dalla loro musica. Fosse durato cinque, al massimo, dieci minuti, non avrei detto niente. La loro performance è stata davvero troppo lunga (e neanche delle migliori). La serata è stata chiusa dal proprietario dello spazio che ha deciso di farsi pubblicità. Infinite parole su quanto tutti loro fanno cose alternative, belle, su quanto sono tutti bravi. Momento molto autoreferenziale. Si poteva evitare. Sono della seguente opinione: se uno è bravo, se fa bene il proprio lavoro, se gestisce bene uno spazio, qualsiasi tipo di pubblicità non è necessaria. Il marketing migliore è lasciare che gli altri giudichino. Quello che vedono, naturalmente.

A fine serata è stato organizzato un rinfresco a base di vino e tarallucci in quanto la stilista è pugliese. Certo, non eravamo in un locale ma usare dei minuscoli bicchieri di plastica in uno spazio così artistico ed elegante, stonava. In ultima nota, dico, peccato. Peccato che il progetto non sia stato organizzato con cura in quanto aveva del potenziale.  In una città in cui tutti vogliono fare i diversi e originali, alla fine finiscono per diventare dei copia e incolla. Con tanto di pacche sulle spalle e complimenti fino a notte fonda.