domenica 4 dicembre 2022

Dubbi

E in questo momento della mia vita sono in un villaggio, da esattamente due settimane. Lontana dalla vita frenetica della quotidianità. Appena passato il temporale, sono seduta sul balcone. Scrivo e ogni tanto mi fermo per guardare in alto. Si vedono le stelle. Nelle grandi città è raro vederle. Intorno a me c'è un silenzio che non sentivo da non ricordo quanto, da sempre forse. C'è la quiete dopo la tempesta, fuori e dentro di me. In questo breve lasso di tempo ho capito che, per ora, non appartengo a nessuna nazione. Anche se per legge non posso esserlo in quanto non ho fatto richiesta, mi sento un’apolide. Ho tre diverse nazionalità ma al momento non mi sento croata, serba o italiana. Sono tutto e niente. Conosco poco la storia della quale faccio parte e di questo mi vergogno. Non mi sono ancora documentata dettagliatamente su ciò che è accaduto nel passato, non ho studiato né letto alcuni libri considerati dei classici a livello internazionale. Vorrei iniziare una personale conoscenza della mia defunta nazione lasciando l'incipit alla letteratura a un uomo molto più saggio di me, il premio Nobel, Ivo Andric. Accettando silenziosamente le condizioni di vita che il vostro nemico vi impone, vivete come vuole lui; in realtà, non vivete ma restate pazientemente in attesa, fino a quando tutta la vostra vita, insieme a ciò che aspettavate, non diventa una infinita attesa, il che significa che avete accettato di essere sottomessi, che è come andare verso la distruzione di se stessi e dei propri discendenti. Per non fare in modo di uccidervi, loro stessi vi hanno contagiato con l'attesa che vi tiene in vita e lentamente uccide. Appassirete e sparirete, come sono appassiti e spariti così tanti antenati e nazioni nell'Impero Ottomano, prima di voi in modo uguale o simile. Non si sono neanche accorti di essere stati spostati dalla strada della verità a un binario morto in cui l'attesa senza fine e l'assenza di una meta la fanno da padrone. Le persone non sentono le loro attese come un peso, neanche come un'umiliazione, perché sono diventate esse stesse un'attesa. Contagiare qualcuno con l'attesa rappresenta il modo più sicuro del suo potere, ossia renderlo immobile e innocuo, completamente e per sempre, e questo inganno dell'attesa è più potente di qualsiasi prigione e più efficace di qualsiasi catena, perché con un po’ di fortuna e ingegno, dalla prigione si può fuggire, dalle catene anche, ma da questo inganno mai e poi mai. Tutto quello che siete e che sapete, siete in grado di fare, è già stato inserito dentro l'ufficio delle attese infinite, senza alcuna speranza di vederle realizzate. Per alcuni il secolo passa e passerà in una dolorosa e inutile attesa, mentre gli altri otterranno tutto ciò che vogliono e quello che hanno sempre sperato di ottenere.

martedì 21 giugno 2022

True Detective

Era una tiepida giornata domenicale. Di fine giungo. No, non sono impazzita. E' vero, In Italia le temperature erano molto alte, per mia fortuna, stavo nel nord Europa. Accompagnata dagli stivali e una giacca autunnale. Mi ricordo che non era una giornata soleggiata, c'erano le nuvole e molta quiete attorno. In compagnia di due amici, siamo usciti per comprare del pesce. In un mercato che non ha nulla da invidiare ai più modaioli di Milano (neanche in merito ai prezzi). Non conoscendo la città mi sono limitata a seguire i miei compagni, che invece, erano del posto. E' buffo il fatto che non amo nessun genere di pubblicità ma negli ultimi dodici mesi ho conosciuto alcune persone che lavorano in questo settore, i cosiddetti, pubblicitari. Parlano un linguaggio a me sconosciuto ma sono molto divertenti. Camminando lungo le strade della città di Goteborg, la mia attenzione è stata catturata da un enorme cartellone pubblicitario. Il motivo? L'immagine di quello che negli ultimi anni è diventato il mio attore preferito, Matthew McConaughey. Infatti, l'unica pubblicità che non mi stancherei mai di guardare (regia di Martin Scorsese), è quella del profumo di Dolce&Gabbana. Ho sempre amato le immagini in bianco e nero. Metteteci anche il mio attore preferito che indossa un elegante abito e con me, cari pubblicitari, avrete fatto centro. Non cambierò mai canale per evitare di guardare lo spot e diventerò una affezionata consumatrice del profumo. In fondo siamo tutti, the one, i numeri uno. A modo nostro, naturalmente.
Tornando alle strade di Goteborg, la carta stampata attaccata ad un palo voleva informare la cittadinanza della presenza di una serie televisiva, True Detective. Matthew, produttore e attore principale. Non avevo mai sentito parlare di questa serie ma mi sono fatta convincere in fretta di vederla dalla amica accanto. Quando le ho chiesto di raccontarmi la trama, mi ha risposto dicendomi che era troppo complicata, di guardarla e non fare domande. Ha anche aggiunto di fermarmi alla prima stagione, la seconda aveva cambiato attori. Ecco, io ho guardato con attenzione entrambe le stagioni e vi posso garantire che fare una sintesi della prima è molto semplice e veloce. Credo che la mia amica, in quel momento non aveva voglia di fare conversazione. Suppongo che nella sua testa pensava alla zuppa di pesce che da lì a breve avrebbe preparato. Essendo in Italia, e questa devo dirla, siamo abituati male con le lingue straniere. Cioè, non siamo proprio abituati a sentirle. Tutto viene sincronizzato. Una volta ho guardato un cartone in tre lingue differenti e vi posso assicurare che togliendo la lingua originale è stata tolta anche la qualità del cartone stesso. E' vero che nel guardare dei film, serie televisive, cartoni, sincronizzati, non avrete il problema di utilizzo del vostro cervello e probabilmente vi godrete di più la storia. Non dovrete guardare in parallelo le immagini e i sottotitoli. Ho provato a guardare True Detective sincronizzato in italiano e poi con i sottotitoli in italiano, lasciando l'originale. Che dire? Due mondi differenti. Per me, non si può guardare un attore così bravo come McConaughey che ha una voce molto particolare, sincronizzato. Si perde l'intensità del prodotto, in questo caso, televisivo. La serie è fatta di otto puntate, ognuna della durata di un'ora. I due detective sono alla ricerca di un serial killer. Questa è la sintesi. L'inizio è brillante e parliamo della sigla (di entrambe le stagioni). Una delle migliori che abbia visto (insieme al Trono di spade). Il contenuto della storia non ha l'originalità in se, è piuttosto banale. Quindi, che cosa ha reso questa serie, una serie di successo? La bravura nella narrazione, profondità dei dialoghi, ottime scelte musicali, un ritmo piacevolmente lento e Matthew McConaughey. Oltre al suo essere molto attraente, è un premio Oscar più che meritato. Vederlo recitare può essere soltanto un piacere. Per quello che riguarda la seconda stagione, che mi hanno sconsigliato di vedere, è come guardare una serie completamente differente. C'è un unico punto in comune tra le due stagioni, la polizia come protagonista. Il cast è davvero notevole, composto da attori validi. Il ritmo è molto più accentuato, tanto che si fa fatica a seguire la storia. I dialoghi sono meno di spessore e avevo quasi rinunciato di arrivare alla ultima e ottava puntata. Fortunatamente, ho cambiato idea. Le ultime due puntate valgono l'intera stagione. Consigliato.

lunedì 13 dicembre 2021

Magnolia invernale

Sono seduto..., non posso dire dove perché in teoria mi potrebbero licenziare. Siamo in 4 nella stanza e ci troviamo al secondo piano. Su un lato tutta la parete è praticamente una vetrata. Fuori ci sono delle nuvole. Coprono metà del cielo, ma non sono molto dense. A tratti sono grigie, ma ci sono anche spazi dove sono quasi bianche. Movendosi cambia la luce perché il sole si trova per un momento dietro uno strato poco trasparente, mentre pochi minuti e quasi visibile. Ogni tanto nella lontananza si vede anche un fascio composto dai raggi solari. C'è un'atmosfera che si potrebbe anche chiamare surreale e che mi piace tanto. Ma dà la sensazione di trovarmi su un latro pianeta, con un'altra atmosfera, diversa di quella terrestre e già per questo molto affascinante. I colori sono tutti pastelli, morbidi e gentili. È l'ora di pranzo. La strada è affollata. Guardando da sopra tutta questa gente mi viene l'analogia con gli elettroni che si spingono tra di loro in un conduttore di rame. Ma da dove mi vengono queste strane associazioni? Ne subisco continuamente, a casa mentre guardo la TV, o durante il viaggio in treno. Il mio cervello funziona sempre, a dismisura. Spesso cerco di fermare questa attività ma non hop molto successo a proposito. Ho dovuto fare una pausa. Alle 15 e 30 circa ha suonato l'allarme. Si trattava di un'esercitazione per evacuare l'edificio dove lavoro. L'esercizio era stato preannunciato ed è andato tutto in ordine, o quasi. Tutti dovevamo timbrare i badge nel posto stabilito e firmare l'elenco del personale. I numerosi addetti alla sicurezza (2 o 3 per un piano) hanno fatto una rassegna siti web popolari. Scusate, mi è scapata una parola chiave. Ovviamente volevo dire la rassegna del personale presente nel piazzale di emergenza. Quando abbiamo avuto la via libera per tornare ai nostri posti di lavoro, alcuni appena uscivano dallo stabile.
Siamo in Italia e qualcuno si deve sempre distinguere non rispettando le regole. Anche due del mio piano non sono usciti. Tornando in ufficio li ho trovati davanti alla macchina caffè. Stavano là tranquillamente bevendo quella bevanda nera ed amara, chiacchierando sulle partite della Champions dei due giorni precedenti. “Ma ragazzi, non avete sentito l'allarme sonoro e visto la gente uscire?” – ho chiesto, fingendomi ingenuo. Li conosco bene; sono due di quelli che se ne fregano delle regole. “Ma figurati che mi faccio sconvolgere per un'esercitazione” – mi ha risosto quello più anziano. Se in ufficio qualcuno fa qualche cosa che non dovrebbe, quello è il primo a lamentarsi. Guai se gli menzioni il suo comportamento. Secondo me sarebbe in grado anche di aggredire fisicamente qualcuno. Sono arrivato a metà (l'obbiettivo è una pagina A4), ma non ho nemmeno sfiorato il tema che volevo affrontare, quello nel titolo. Davanti all'immobile dove lavoro, avevo già menzionato che si tratta di un grattacielo di 10 piani, c'è la stradina di accesso, esclusivamente pedonale, confinata su entrambi i lati da un prato regolarmente mantenuto. Sul prato al nord, esposto regolarmente alla luce solare, ci sono 6 alberi di magnolia. Ieri mi sono accorto che stanno per fiorire. Si sono formati i boccioli, già abbastanza sviluppati e tra qualche giorno, se il clima continuerà ad essere così mite, probabilmente si apriranno e si vedranno i primi fiori. Dopo, prima o poi arriverà una gelata e rovinerà tutto, oppure no? Se mi ricordo bene, anche l'anno scorso è successa la stessa cosa, i fiori appena nati sono tutti appassiti, ma in primavera il ciclo della natura è stato ripreso regolarmente e tutti noi che lavoriamo qui godevamo di uno spettacolo che è durato per più di 2 mesi. Gli alberi normali non sono ornati così a lungo con i propri fiori, ma la magnolia è un'eccezione. Nei mesi primaverili ci offre un panorama fiabesco, in centro della città, uno angolo della natura circondato dal calcestruzzo, metallo e vetro. Molti sostengono che questi fenomeni sono dovuti ai cambiamenti climatici. Io, fino a poco tempo fa, ero abbastanza scettico su queste teorie, ma ultimamente anche nella mia coscienza è entrata questa possibilità. Cioè, che siamo noi umani che provochiamo questi cambiamenti. La nostra attività frenetica, la produzione delle cose più inutili del mondo, che non servono a niente e che non danno nulla alla nostra esistenza. Ma dall'altra parte ti bombardano con la necessità di aumentare la produzione e i servizi, perché il PIL è troppo basso e la crescita non decolla. Mi chiedo: riusciremo mai a trovare un equilibrio tra questi concetti diametralmente opposti?

venerdì 16 aprile 2021

Barzellette ed altri vizi

Mi piace ridere e divertire altre persone. Ridere fa bene allo spirito, alla mente ed anche al fisico: ridendo attiviamo i polmoni e si esercitano anche i muscoli delle faccia che in questo modo, la faccia, rimane tonica più a lungo e ritarda l'arrivo delle rughe (sono già in una certa età quando ti cominciano venire questi pensierini). Una buona battuta piazzata nel momento giusto, al posto giusto con dei buoni amici è una cosa che mi è piaciuta sempre. E devo dirmi che mi vengono anche spesso un modo spontaneo. Questo è un segno dell'intelligenza, della svegliezza di mente di una persona. In tutti questi anni della mia vita ho ascoltato e ho raccontate tante barzellette e quelle che mi piacciono di più sono quelle molto brevi e quelle che non necessitano gesticolazione.

Ne conosco a centinaia ed i miei amici mi chiedono: "Ma come riesci a ricordarti tutte queste barzellette"? Spesso in una serata ne sento decine e decine, ho le leggo altre tante su Internet, ed è ovvio che non si riescono a memorizzare tutte; tra l'altro molte non se né meritano nemmeno di occupare una parte del mio cervello. Perciò mi concentro su una, due, massimo tre di quelle buone che ho sentito e me le ripeto e così mi rimangono nelle memoria, aggiunte al mio immenso bagaglio umoristico.

Poco tempo fa mi sono imbattuto su un sito con le barzellette che mi è piaciuto molto e così ha avuto l'onore di finire nei miei Preferiti. Le barze sono davvero buone e spiritose e quello che mi piacce molto è il fatto che quasi tutte sono originali, cioè non le avevo sentito o letto prima da qualche altra parte. E non ci sono migliaia, con su alcuni altri siti, di cui una parte enorme è stupida e al massimo può divertire qualche bambino da 5 anni. Poche, direi non più di cento, ma scelte e buone. Un'altra caratteristica del sito che mi piace e l'utilizzo dei caratteri grandi: con l'età le mani diventano troppo corte e gli schermi troppo piccoli. Vi segnalo la pagina con humor nero, un sottogruppo delle barzellette che a me piace tanto: un po' cattivelle ma spaccano. Il sito mette a disposizione dei suoi visitatori anche una mailing lista e promette una barzelletta gratis a settimana. Mi sono iscritto e in quasi venti giorni dall'iscrizione è arrivata una sola, buona ma poca. Speriamo che il webmaster si svegli un po'.

Ci sono anche altri contenuti, ma sembra che l'editore li ha messi la per caso, una volta e mai più. Ci sono le foto buffe, straviste sugli altri siti, una pagina con due giochino d'intelligenza, molto semplici e molto divertenti. Aggiungere qualche altro di questo tipo non sarebbe male. C'è anche una pagina dedicata ai casinò online e anche su tutte le altre pagine ci sono i banner che promuovono giochi d'azzardo ed anche poker. Probabilmente il webmaster cerca di farsi pagare per il tempo speso e le spese di hosting in questo modo. Visto che il sito è dedicato ad una cosa molto diversa, anche se entrambe potrebbero essere definite divertimento, non credo che si fa molti soldi con quelle pubblicità.

giovedì 14 gennaio 2021

Mi sono rassegnato

Vi chiederete, o io mi chiedo a posto vostro, dopo quasi un anno di inattività vuol dire che ho lasciato perdere questo diario? Non lo so. L'entusiasmo iniziale se ne è andato, su questo non c'è alcun dubbio. Prima visitavo i siti, li mettevo tra i preferiti e non soltanto, li catalogavo e addirittura avevo un file in Word per scrivere i brevi commenti sui contenuti e quelli che mi ispiravano di più finivano su queste pagine. Ma ad un certo punto mi sono fatto la domanda sul senso di tutto ciò. Si, all'inizio mi faceva piacere, giocavo da piccolo collezionista, ma in effetti è una perdita di tempo ed anche la rottura di scatole, tutte e tre, come direbbe un mio amico.

Come mai ho cambiato l'idea. Vi racconto tutto. Verso la fine dei mondiali dell'anno scorso ho iniziato il trasloco nel nuovo appartamento che abbiamo comprato. A quei tempi abitavo con mia moglie e mia figlia in un paese 8 km lontano dalla nuova abitazione ed ero in affitto. L' abitazione era mobiliata ed il trasloco si prospettava facile. Dopo aver fatto imbiancare il nuovo alloggio bastava spostare i vestiti, i libri e altre cose personali per quelli 8 chilometri. Faccio tutto da solo, con l'aiuto della moglie, con la mia macchina: ha anche la quinta porta, i sedili dietro sono ribaltabili, pertanto dovrei farlo velocemente. Ma figuriamoci, ci ho messo due week-end a trasportare tutto e mi sembrava che non finirà mai. Roba, roba, roba. Ma quanta c'è ne?

I vestiti vecchi, di tutti e tre che da anni non sono stati usati, i libri antichi, anche quelli dalla scuola superiore di mia moglie, non sfogliati da più di vent'anni, gli apparecchi guasti, ma che potrebbero servire come pezzi di ricambio (penso di aver pensato una cosa di genere guanto gli ho lasciato nella cantina). Tutta roba inutile e inutilizzate, ma gli umani sono come i criceti: immagazzinano tutto avendo paura che un domani potrebbe servire e che senza quella riserva si spenderanno i soldi ed il tempo. Tutto raccolto per anni, semplicemente messo là giù, senz'alcun ordine. Appena trasferito tutto, ho iniziato un altro trasferimento: tutta roba inutile all'isola ecologica del nuovo paese, cioè nella spazzatura, come si diceva una volta. Stupido direte, ma non potevi buttare subito le cose superflue direttamente, senza fare uno spostamento intermedio. Si, io volevo fare così, ma c'era un'opposizione in casa: no, questo no, ci potrebbe servire. Le solite. Ci ho messo più tempo a convincerle di gettare le cose, che per fare l'operazione stessa.

E da allora sono diventato minimalista, alla giapponese. Quest'abito non ho portato da un anno; via nel container per gli abiti usati. Ho 3 per la stagione calda, e 3 per quella fredda. Lo stesso anche con le scarpe. Le 10 camice per l'ufficio sono sufficienti, coprono due settimane e se non sei capace di lavarmi le camice ogni due settimane, via anche tu. Adesso mi sento molto meglio, molto più leggero. Nell'armadio e sullo scafale con i libri riesco trovare facilmente quello che mi serve e c'è anche meno da mantenere in casa: si sa che è un lavoro pesante pulire la polvere dai libri.

Dopo ho iniziato commerciare le valute con Forex trading e con tempo quest'attività è diventata la mia passione. Compro una valuta, dopo vendo un'altra e tutto questo usando anche la leva finanziari. Questa ti permetti di fare dei profitti notevoli, ma incrementa anche le perdite. Sono già da più di 6 anni9 in questo campo e devo dire che me la cavo egregiamente. Ma anche questa è una specie di collezionismo in quanto raccolgo tutte le mie posizioni, cioè le compravendite che effettuo, in un file, in una tabella elettronica e là faccio le statistiche, le medie ponderate ed includo anche i grafici.

All'inizio ero più attento su come investire i soldi. Seguivo regolarmente le notizie dal mondo finanziario e cercavo le anticipazioni sugli eventi politici dei vari paesi, quelli dei quali commerciavo le valute. Un lavoro duro, che richiede molto impegno e dedizione. Con tempo, visto che avevo imparato tanto ed acquisito parecchia esperienza, disperdo meno il tempo, ma le cose ancora vanno bene. Speriamo che continui il trend positivo delle mie compravendite anche nel futuro.

martedì 4 agosto 2020

Gente mascherata

Oggi è 4 agosto. Finalmente un riposo. Sì, è martedì, ma non mi sono stancato dal lavoro (tra l'altro lavoro da casa e lo trovo abbastanza comodo), ma degli eventi italiani, e dalle notizie legate a certe faccende. Oggi la giornata è fredda, ma nell'aria si senta l'atmosfera di miglioramento. La temperatura comincia ad aumentare. Stamattina, la prima lettura mi faceva vedere 15 gradi e adesso siamo già a 24. Nell'appartamento, che accumula il calore, sono a 26 e mezzo; piacevole. Ho sbirciato qualche telegiornale e parlano ancora del ponte di Genova, augurato ieri. Seguivo lo spettacolo ed ecco le mie annotazioni (le facevo in diretta, mentre osservavo lo schermo).

Non ho guardato dall'inizio, ma... E' arrivato il presidente del consiglio e gli hanno regalato una nuova mascherina. Ha tolto quella vecchia, con la quale è arrivato (tra l'altro bruttissima, nera) e ha messo la nuova che ha ricevuto in regalo; ammetto che è molto più bella, bianca, cha da la sensazione di pulito. La cosa che mi ha colpito di più è la confezione della stessa, che valeva più dell'oggetto che conteneva. Vedo tanta gente. Dicono che sono circa 500 invitati. Vedo la ministra delle infrastrutture, anche quello vecchio, casinista, che lavorava 24 ore al giorno. Dopo, quella sera, era ospite in una trasmissione su La 7, e si ha preso sfacciatamente il merito di tutto. C'è anche il sindaco di Genova, il Governatore della Liguria. Non poteva mancare il ministro degli esteri: non si capisce cosa ha da fare il ponte con l'estero, ma è importante essere presente e farsi vedere. Il presidente della Repubblica è arrivato con qualche minuto di ritardo: gli piace farsi aspettare. Nemmeno lui è quello che era una volta.

C'era anche un vescovo o cardinale, non me ne intendo (dopo si è chiarito che è l'arcivescovo di Genova). Dalle fonti affidabili ho saputo che, quando ha visto la rappresentanza politica, ha detto: “che Dio ci salvi, se può”. Dio, guardando da sopra, gli ha risposto che per la celebrazione ha creato l'arcobaleno, ma che non riesce a fare niente con le persone presenti, quelle negli abiti. Ha detto che in questo caso il suo oppositore ha vinto. Sempre dalle fonti riservate, ho saputo che si tratta di molte anime vendute. Il nome del ponte nuovo è San Giorgio. L'uomo santo presente alla cerimonia lo ha anche benedetto. Stiamo parlando delle nuove tecnologie, dell'intelligenza artificiale, della globalizzazione, del digitalizzazione del paese e ancora crediamo in Babbo Natale. Forse significa che ci sono dei problemi con le cose elencate all'inizio e siamo tutti noi del vecchio stampo. Una tizia, non so chi è perché era mascherata, aveva la mascherina nera con due lettere stampate: CC. Ho riflettuto a lungo cosa volevano dire queste due lettere e la mia conclusione finale è che sta per “con cavolo”. Se qualcuno vuole sostituire l'ultima parola con quella più popolare e più usata, è libero di farlo.
Un po' di luce puoi vedere soltanto dal balcone
La rinascita dell'Italia, tuona il presidente del consiglio e aggiunge anche che qui si tratta del genio italiano: forse, ma lui alla categoria non appartiene, sicuramente. Il suo discorso è pieno di pronomi personali: io e noi. Sempre a caccia dei consensi, non poteva non dire che siamo i migliori del mondo, in tutto. Molti ricordavano che lo stesso giorno, 500 anni fa, Colombo è partito per scoprire l'America. Una pura coincidenza, la stessa data? Mica tanto, è una cosa simbolica di un ottimo auspico. Siamo fatti cosi, siamo i migliori. Perché tutti portano le maschere? Si vergognano della loro presenza. Forse meglio dire, della loro esistenza. Conosco una che ha detto che bisognerebbe vietarli di riprodursi.

Il giorno prima era 2 agosto, l'anniversario della strage di Bologna. Ve lo dico di più: era anche il mio compleanno. Non faccio il collegamento tra queste due cose, perché non sono creativo, almeno in quel senso. Anche là si sono fatti vedere tutti. Il presidente della Repubblica, il presidente del consiglio e la presidentessa del Senato (scusate se governo scrivo con la minuscola, ma con tutti i sforzi, proprio non riesco a cambiare l'abitudine). La strage di Bologna: si parla sempre della gente mascherata, cioè non si sa che è stato (cantando): forse quelli della mala, forse la loggia massonica. Si sono sforzati tutti a dire che occorre finalmente fare la luce su quel episodio buoi delle nostra storia. Parlavano anche in modo esplicito che bisogna togliere il segreto dai documenti delle Stato. Ma chi è che deve farlo? Ci sono 3 cariche più importanti dello Stato che chiedono la verità, ma non fanno niente per agevolare l'emersione della stessa. Perché?

Quasi dimenticavo Ustica, di poche settimane fa. Sì vede che le catastrofi, qui da noi, in Italia, preferiscono il caldo per presentarsi. Tutta roba estiva. Anche in questo caso sono sicuro che la verità si conosce, ma non si vuole farla uscire in superficie. Così ogni anno la stessa storia e così andiamo avanti da decenni. Le istituzioni sperano nella dimenticanza collettiva. I parenti delle vittime prima o puoi spariranno dalla faccia delle terra, per leggi naturali. I segreti, rimarranno i segreti, perché qualcuno lo vuole. La cosa interessante è che questo si protrae nel tempo. Non importa chi governa, che è seduto sulla poltrona del presidente della Repubblica, ma le bocce rimangono sempre cucite. Poveri noi.

venerdì 13 dicembre 2019

Vendo appartamento

Vendo appartamento su un canale
Ieri sera si è presentato il mio agente immobiliare a casa mia, per presentare a mia moglie e a me (insisteva sulla presenza di entrambi) una proposta per l’immobile che vogliamo vendere; si tratta del nostro appartamento, dove viviamo attualmente. Si è presentato con più di mezz’ora di ritardo, e questo non succede prima volta. Gli ho fatto notare questo dettaglio, perché ritenevo giusto esplicitare il concetto del corretto rapporto, che include anche rispetto degli orari stabiliti. Ci ha mostrato un’offerta molto bassa con un ulteriore problema legato alla data di rogito. Stamattina, mia moglie ha raccontato la vicenda a nostra figlia che mi ha inviato l’e-mail che segue.
Dopo una riflessione molto più attenta, più razionale e più obiettiva, continuo a scoprire che la risposta è difficile perché ogni situazione è per sé. Concretamente, per questa proposta il problema fondamentale per te da tenere molto bene in considerazione è la richiesta di marzo ed è questo che mi ha portato a cambiare risposta che ti ho dato ieri sera. Tu hai detto a Luca che la casa è libera da giugno/luglio, credo. Per quanto ne sanno loro, tu non hai una casa comprata al momento, non sanno la tua situazione finanziaria. In concreto (eliminando le festività e arrivando a 7 gennaio) ti chiedono ti trovare casa in due mesi, buttare i tuoi mobili e lavarti di qui. L'insieme della richiesta è ASSURDO.

Una uscita a marzo ti renderà un senzatetto per quanto ne sanno loro, non puoi permetterti un affitto con 2/3 mesi di cauzione anticipata più altri costi di agenzia che ti affitta e non sei ricco per quanto ne sanno loro perché abiti in una casa popolare. Un altro fattore molto importante è che questi peruviani ti stanno mettendo potenzialmente nella posizione di fare due traslochi (e questo è molto pesante logisticamente e fisicamente). Vale la pena tutto questo disagio? Per me, no! Specialmente perché non hai problemi finanziari e non hai fretta.

Un ultimo fattore riguarda me. Non mi permetterei mai di negarti la mia casa perché in realtà è tua ma dovrei dichiarare altre due persone. Non è un problema. Come hai potuto constatare i problemi succedono quando devo togliere quote acqua. In più, se tu entri a marzo potresti restare anche più di quanto pensi perché i costruttori difficilmente consegnano case senza ritardi e per un tot di mesi io sarei costretta a chiudere Airbnb e togliermi la possibilità di coprirmi le spese di casa e i soldi mi servono.

Ho copertura di due rate su quattro e ho copertura giusto fino a marzo. Dato tutto questo, il prezzo per queste persone non è 130 mila, ma 145 mila non negoziabili. Tutti noi avremo disagi non da poco per marzo. Il tuo disagio sono due traslochi, più fare non so cosa con i mobili in due mesi che è pochissimo tempo. Il mio due traslochi, problemi ulteriori con amministratrice, Airbnb chiuso, zero euro e se non trovo un posto dove stare, a casa mia dovrò dormire sul divano. Vanno prese in considerazione anche le spese di due agenzie che ti tocca pagare più 3,500 euro di notaio per l'acquisto e sono tante spese. Per questo dico che in questa situazione 145 mila non sono trattabili i quali possono essere trattabili se accettano di entrare dopo il tuo rogito.

Appoggio la tua idea generale di 135 con cucina ma è fattibile da luglio. Io sono proprietario. Prima esco di casa e poi entri tu che ti adatti a me. Se non è possibile, non si può concludere. Uscite e le entrate devono essere accettabili per entrambe le parti. Per te, marzo non è accettabile, visto che puoi sopravvivere senza vendere; perché allora dovresti complicarti la vita, a te e a me.
Se domani decidi di chiamare (io non lo farei ma tu lo farai, sono sicura) non accetti l'offerta, non fai controfferta. Chiuso! E gli dici anche che devi aver avuto una svista perché il prezzo della casa che vendi è 145 mila, non 135 con cucina. Qui gli fai una battuta e dici che le sviste sono tipiche della età che avanza. Gli dici anche apertamente che entro luglio è fuori questione perché tu non hai un posto dove andare e non puoi certo andare in affitto perché non hai soldi (cosa ne sa lui della tua situazione).

Penso sia la cosa corretta da fare. Io farei così, se l’appartamento fossi mio. Non penso che il ragazzo è una cattiva scelta perché è aggressivo e a te serve uno così ma va gestito. Stabilendo le regole. La collaborazione deve essere armonica ma dovete capirvi prima. Fino ad oggi, io, guardando dall’esterno, ho visto l’insoddisfazione tuo e di mamma. Imponigli le regole. Metti sulla carta quello che vuoi da lui e come vuoi che proceda. Per esempio, non portarmi le offerte da 115 mila. Niente sotto 130 è gradito! Non presentarmi i clienti che non possono aspettare fino al termine che va bene a me, e così via. Voi due dovete trovare il modo per fare una squadra. Lo so, non ho il dono della sintesi purtroppo ma spero di averti mostrato alcuni punti su cui, magari, vale la pena di riflettere.

Ti auguro una splendida giornata.
Marta

venerdì 7 giugno 2019

Un principe senza cavallo

È passato un anno da quando ero a Londra. Un anno da quando la mia vita è andata sottosopra. I ricordi mi tornano spesso, come una marea. Dopo si ritirano, ma per poco. Così un paio di volte, al giorno. Devo buttare fuori questa storia; forse mi aiuta di liberarmi da questa pressione psicologica, che a volte diventa anche fisica. Il flusso delle memorie mi travolge a tal punto che inizio a piangere in un posto qualsiasi; stamattina mi è capitato in treno. Quando sono volata a Londra ero innamorata, anzi innamoratissima. Un intero nuovo mondo era davanti a me, o almeno mi sembrava. A quel tempo ho vissuto una fiaba a Mantova. Un ragazzo che ha detto alla stessa ragazza le stesse cose e non se ne vergognava affatto. La parte peggiore era che questo ragazzo in pubblico era l'angelo più grande, quindi non avresti pensato a cosa fosse realmente. Dannazione!

Una porta si è chiusa per aprire una porta nuova; oppure è un modo di pensare ingannevole? Queste nuove porte si stavano rompendo per me e significavano un mondo per me. Cosa è Mantova rispetto a Londra? Londra è una metropoli con delle possibilità illimitate e milioni di altre porte; la sensazione è che basta avere il coraggio per aprirle. E poi un'altra porta si aprì, il che significava molto di più per me. Ho incontrato un ragazzo Non ho mai incontrato nessuno come lui prima. E all'ultimo momento ho creduto che i nostri percorsi non dovessero essere divisi. Non ancora, se mai. Bene, mi sono sentito in quel modo, serena e lucida. Quindi ero preoccupato e aspettavo un miracolo nell'ultimo minuto (che non è venuto). Si è rivelato essere un solista e i nostri percorsi si sono letteralmente divisi. È stato a Londra e si è trasferito a Los Angeles per il suo brillante futuro.

La differenza tra noi è che vedo la felicità in cose diverse dalla carriera. E non sono una solista perché ho capito da tempo che i miracoli stanno accadendo proprio quando hai qualcuno che si fida di te e che ti sostiene. E tra di noi - costruire una carriera a Londra o a Los Angeles non sarà una tale differenza. O sì? Apparentemente lo era. E non volevo trovare un modo per stare insieme, quindi non lo voleva.  Tuttavia, queste menti non lavorano molto su ciò che dice il cuore e in questo momento sto schiaffeggiando davvero. Ha cambiato l'ambiente e sono rimasta nello stesso posto. In una città che ci apparteneva un mese fa, che non mi rende facile l’esistenza. Vivo ancora la stessa vita, quella quando eravamo qui insieme. Una vita di cui so tutto. Vado a fare compere negli stessi negozi e anche il caffè nello stesso bar. Non è cambiato niente; i posti sono uguali ed anche le persone che lavoravano là e che frequentavano il posto. Tranne lui: non è più qui.  Mentre ora ha una vita di cui non so nulla. E la cosa più triste di tutto questo è che dietro tutta la mia miseria c'è una persona che mi è stata più vicina negli ultimi otto mesi e di cui mi sono innamorata, anche se la proibisco inesorabilmente.

Probabilmente sapevo perché. Sai, la consapevolezza che la persona che ami così tanto si è offerta di darti; è terribile, è inumano. Ma tu lo ami così tanto che, nonostante tutti i fatti, lo ami semplicemente perché non puoi fermarti. Pensi a lui quando ti addormenti e giochi con l'idea di tipo "cosa succede se...". Tuttavia, tu sai che una persona che ti dà fastidio in questo modo non è degna del tuo amore, della tua attenzione e della tua stima. Anche se scoprisse cento volte che è stato un errore, non aiuta. Eppure, continui a giocare con quei pensieri, perché ti mancano così tanto e non vuoi credere che dovresti finire qui e così. Abbraccia il cuscino che hai ricevuto da lui e continua a desiderare un lieto fine. Tu speri.

Ho davvero pensato di aver finalmente incontrato il principe. Tutto suggeriva il fatto del genere. Lui non è venuto su un cavallo bianco. Il principe vero non ne ha bisogno, ma dovrebbe fare tutto ciò che vede sui tuoi occhi e portarti sulle sue mani. Il mio non mi ha indossato, non mi ha fatto appartenere. In realtà, ha fatto il contrario. Ha trasformato la mia vita a testa in giù, a sinistra, e mi ha lasciato affogare. E il vero principe non lo farebbe. La cosa giusta dipenderebbe da come mi sento. Giusto?




mercoledì 20 giugno 2018

Troppa Roma

All'inizio del mese sono andato a Roma per lavoro; c'era un corso da seguire presso la sede della società per la quale lavoro. Il corso iniziava presto di mattina e pertanto dovevo partire giorno prima e pernottare. Dopo l'arrivo sono andato a cena con due colleghi in un ristorante a pochi passi dall'albergo. Il giorno dopo, era martedì, mi sono annoiato durante il corso. I docenti erano spesso molto noiosi, esponevano con una voce molto monotona e non riuscivano ad attirare il mio interesse. Per una bella parte sonnecchiavo, cercando di non esagerare, perché ad un certo punto iniziava a cadermi la testa e avevo anche paura di iniziare a russare. Tutto sommato è andata bene, incluso anche viaggio; questa volta i treni erano abbastanza puntuali.

Dovevo recarmi di nuovo nella capitale tra due fine settimane. Ci dovevamo trovare con il gruppo con il quale abbiamo fatto un viaggio turistico. In totale eravamo in 9, ma all'incontro mancavano due persone, tra cui la guida che ci ha accompagnati durante il viaggio all'estero. La scusa era il concerto di Paolo Conte che si teneva nelle terme di Caracalla venerdì sera. Così sono uscito prima dall'ufficio e sono partito con l'alta velocità, accompagnato da mia moglie. Verso le 7 di sera ci siamo trovati tutti, abbiamo fatto un drink insieme prima di recarsi al concerto. Le ultimo novità sulle nostre vite (una delle partecipanti nel frattempo ha trovato un nuovo amore), ma prevalentemente si raccontavano delle storie relative alla nostra avventura comune.

Alle 9 eravamo seduti nel stupendo ambiente di Caracalla ed il concerto ha avuto l'inizio. Conte ha 81 anni, ma la sua voce è ancora molto potente e coinvolgente. Abbiamo messo un bel po' di tempo per uscire per la presenza massiccia del pubblico che defluiva molto lentamente. Erano le 11 e noi avevamo ancora voglia di stare insieme. Nel parco che si trova vicino alla nostra sistemazione c'era una banda musicale stile anni 80 che si esibiva. Uno spettacolo perfetto per chiudere la prima giornate del nostro incontro: tutti erano molto contenti ed entusiasti della nostra riunione.

Il giorno dopo, era sabato, abbiamo fatto un piccolo giro nella città, passando accanto all'Altare della patria e siamo finiti al Castel Sant'Angelo. Siamo scesi sulla riva del fiume e visto che il mezzogiorno era passato, abbiamo deciso di fermarsi per una birra. Qui sono riprese le storie del passato, la mostra delle fotografie sui smartphone, tutto in una bella atmosfera, molto rilassata. Verso le due ci siamo spostati in un ristorante per il pranzo. Nella zona centrale i ristoranti sono dedicati prevalentemente ai turisti stranieri e non è facile trovare un posto dove si mangia bene per un prezzo onesto; siamo stati fortunati a proposito. Dopo il caffè visita al Pantheon ed il gruppo ha iniziato a sgretolarsi. La copia sarda doveva tornare a casa lo stesso giorno e dovevano partire per l'aeroporto. Dopo i baci ed abbraccio molto calorosi siamo rimasti in 5. La giornata era molto calda ed iniziavamo a sentire la stanchezza. Si è deciso di tornare nel hotel e riposare due ore prima dell'uscita serale. Sono riuscito a vedere anche la mia prima partita dei Mondiali, quasi intera.

Abbiamo deciso di andare a Trastevere e di trovare qualche locale carino per cenare e trascorrere la serata. Una passante, alla quale ci siamo rivolti per un aiuto, ci ha indicato l'autobus 81 che ci portava alla destinazione desiderata. Qui inizia quel troppo riportato nel titolo. Abbiamo aspettato 50 minuti ma l'autobus non si è presentato. A piedi abbiamo raggiunto Colosseo dove siamo riusciti a trovare un taxi che ci poteva portare tutti e 5. Dopo 5 minuti siamo entrati in una strada che ci doveva portare alla nostra metà, ma la stessa è stata bloccata dalla polizia. Ci hanno spiegato che c'è mini maratona di Roma e che qui non si può passare. L'autista ha provato altre due direzioni, ma era tutto bloccato e le code crescevano a dismisura. Dopo un'ora abbiamo lasciato il taxi e i nostri 30 euro senza aver raggiunto il posto desiderato. Abbiamo scelto un ristorante vicino dove abbiamo cenato. Cibo era buono, ma non a tutti hanno portato il piatto ordinato. Due hanno avuto la carbonara al posto dei bucatini alla vaccinara. Non si trattava di un errore, ma il nostro cameriere ha deciso di mostrarci che non sappiamo niente di cibo, come ha dichiarato lui stesso. Credo che una cosa di genere, che tu ordini una cosa e cameriere decide di portarti un'altra, può capitare soltanto a Roma. Siamo tornati nell'albergo a piedi (le strade sembravano ancora bloccate), stanchissimi.

Domenica mattina ci ha lasciato la ragazza di Marche che doveva tornare a casa prima. Siamo rimasti in 4 ed abbiamo trascorso metà della giornata ad Ostia. Gli amici si sono fatti anche il bagno mentre mia moglie ed io ci siamo fermati in un bar, sotto un ombrellone a godersi l'atmosfera estiva della spiaggia (non avevamo i costumi da bagno). Il ritorno è andato bene; meno male visto che sabato abbiamo già dato.

Lunedì sono andato in ufficio sempre con una valigia: c'era una dimostrazione a Roma alla quale dovevo essere presente martedì, e così, dopo meno di 24 ore mi sono recato ancora là. La serata è passata pi8acevolmente in compagnia dei colleghi. Il giorno dopo abbiamo assistito ad una dimostrazione sulla sicurezza stradale che era molto interessante. Dall'ufficio abbiamo preso il metro per la stazione Termini, mezz'ora prima di partenza del nostro treno. Il metro ci mette meno di 15 minuti, perciò avevamo anche un buon margine. Almeno pensavamo così. Il treno della metropolitana arriva dopo insoliti 10 minuti di attesa, visto che siamo nell'ora di punta. Si sente avviso che si viaggio con forte rallentamento per guasto di un mezzo. Auguri! Oltre 50 minuti nel vagone pieno senza aria condizionata. Abbiamo subito capito che il nostro treno per Milano partirà senza noi. Perdevamo anche quello dopo se non era in ritardi di 15 minuti; a volte ci vuole un po' di fortuna. Sette giorni a Roma con problemi di spostamento e camerier improponibili. Semplicemente troppo.

mercoledì 13 dicembre 2017

Liberi e uguali

L'evento risale a pochi giorni fa. Il giorno dopo la notizia volevo intervenire e dire la mia, ma sono stato ostacolato dalle varie faccende. La principale è il trasloco della mia società. Non è proprio mia, ma lavora là. Hanno annunciato il trasferimento nei nuovi locali prima dell'estate. Il primo termine è saltato di un mese, ma aspettavo una cosa di genere. Alla fine è stata stabilita data precisa e sono state prescritte le procedure. Io dovevo spostarmi martedì. Il giorno prima iniziano le voci sul ritardo ed arriva un'e-mail che conferma le chiacchiere: si va via giovedì. Avevo già iniziato impacchettare e l'ufficio era un disastro con gli scatoloni sparsi da per tutto. Se mi informavano prima, mi organizzavo diversamente e avevo meno casino da gestire.

Avevo già imballato alcune cose che uso nel lavoro quotidiano e mi toccava tirarle fuori per poter continuare a lavorare. Perché, come al solito, il periodo prenatalizio è sempre carico di lavoro e le scadenze sono un giorno, due prima della festività stessa. Pertanto chi ha preferito questo periodo per cambiare uffici non ha fatto una buona scelta. A questo si è sovrapposta la solita disorganizzazione che ha fatto slittare i tempi, e siamo qui a piangere. Alla fine si risolverà tutto, ma si poteva fare con una sofferenza molto più contenuta. Oggi siamo rimasti in 3 nel vecchio edificio. Hanno previsto di spostarci venerdì prossimo. I nostri posti di lavoro non sono ancora pronti; ci hanno detto che manca il cablaggio.

Visto che nell'attuale posto di lavoro, insieme a me è rimasto soltanto il mio elaboratore elettronico, senza collegamento di rete, in pratica non riseco a produrre. In teoria sì, ma devo essere sincero: non ne ho voglia. Così mi sono messo a scrivere questo articolo. Stasera, da casa, lo metto online. Non ditelo al mio capo. Se lo vede si incazza e mi torva gli errori linguistici e di scrittura che lo fa infuriare. Scherzo! Ma torniamo sul tema che volevo elaborare da una settimana. Ho sentito la notizia sulla formazione di un nuovo partito di sinistra, di quelli fuoriusciti dalla casa madre. Non so a quanti partiti nuovi ha dato il luogo litigio all'interno del PD, ma sembra che ogni giorno c'è un parto.

Visti i protagonisti e le loro idee, se ho capito bene vogliono fare da spalla ai stellati (non credo che avrà  buon fine quest'idea), mi sono soffermato sul nome. Il nome di una cosa, oppure una persona, è una cosa molto importante. Fa il primo impatto che spesso è quello decisivo. E' vero che in Italia ci sono già tantissimi partiti e che i nomi sono in buona parte esauriti, ma trovare qualcosa di meglio si poteva. La prima sensazione che ho avuto era la goffaggine dell'autore. Voleva fare un titolo forte ma non ha riflettuto molto. Le due parole che formano lo slogan, sembra una cosa del genere, sono belle e forti ma con i significati molteplici. Alcuni di essi potrebbero provocare rifiuto nei potenziali sostenitori. Analizziamo entrambe.

Lui sì che è libero e eguale


Liberi
Liberi è un aggettivo che rappresenta un indubbio valore che tutti noi apprezziamo e sosteniamo. Ma quando lo metti nel nome può significare anche che manca e che tu combatti per ripristinarlo, oppure migliorare la sua presenza. Per quanto riguarda le libertà generali, non credo che sono oppresse nel nostro paese, ma quelle indirette, come per esempio la privacy, cominciano veramente a preoccupare. Non soltanto da noi, ma nel mondo in generale. Quando manca la privatezza, manca anche la libertà. Non mi risulta che i fondatori hanno nel loro programma qualche punto per migliorare questo aspetto. L'altro potenziale problemino è che molti potrebbero avere un'associazione con il precedente partito di Berlusconi. Usualmente la libertà è un cavallo di battaglia della destra, e cercare di appropriarsi potrebbe avere le conseguenze negative.

Eguali
Questa parola invece mi preoccupa. E' in netto contrasto con la prima. La libertà non prevede l'uguaglianza, ma questo vorrebbero mischiare tutto. Ecco la prova della loro incapacità di governare il paese: senza le idee chiare non si va da nessuna parte. L'applicazione della parola eguali la vedo soltanto per la giustizia: tutti uguali davanti alla legge. In tutti gli altri sensi è una roba di comunisti, da assistenzialisti, da quelli che non capiscono i meccanismi naturali che spingono una società in avanti, nel progresso. Apro la parentesi per dire che sono d'accordo con tutti voi che avete qualche dubbio sul fatto che andare avanti corrisponde al progresso; condivido la vostra perplessità, ma per la chiarezza dell'esposizione prendo questo per vero.

Chi ha coniato il nome deve avere qualche problema fisico perché non percepisce il mondo in modo reale. Gli sfugge che la società è composta da due tipi diversi delle entità; femmine e maschi. Ma anche loro, nell'suo insieme interno sono disuguali: ci sono quelli alti, e quelli bassi, alcuni sono grassi, ci sono le persone pelate. Ma la nostra disuguaglianza principale è sul piano economico. Ci sono ricchi e poveri, per considerare soltanto le estremità. A quello che guadagna 10 milioni all'anno, prendiamo 5 e li diamo ad un disoccupato; così diventano uguali per quanto riguarda l'aspetto finanziario. Adesso qualcuno mi dovrebbe spiegare perché quello con redito alto dovrebbe impegnarsi per raggiungerlo se i soldi gli arrivano comunque, anche se non ha un lavoro. Non mescoliamo le pere e le mele; non stanno bene insieme.

Mi fatte un piacere: cambiate ‘sto nome! Non vi rendete conto che la persona con un po' di cervello ci arriverà alla conclusione che si tratta di una truffa. Qualche nostalgico comunista ci potrebbe anche cascare, ma tutto qui. Passato qualche giorno si è già visto che nemmeno all'interno del partito sono uguali e che pensano in modo diverso. Uno, quello più anziano e conosciuto (con la barca da 12 m) vorrebbe riprendersi il suo vecchio formazione, mentre altro desidererebbe mettersi sulle spalle 5 stelle, come un generale. Non hanno ancora compreso che non c'è posto per tutti e che alcuni dovranno lasciare, per sempre. Ma la politica è una buna culla dove si sta benissimo senza fare granché.

martedì 4 luglio 2017

Bologna

Due torriQuesto cambiamento di direzione in qualche modo era già annunciato. Risfogliando i miei precedenti testi. Avevo inserito delle immagini scattate in alcuni viaggi con lo scopo di arricchire il contenuto e farlo più piacevole da un punto di vista visivo. Adesso è arrivato il momento della svolta; il primo volume turistico. L'ho appena finito ieri e così la memoria è fresca, fresca. Il 2 Giugno è festivo e cadeva venerdì. Tre giorni in una città come Bologna sono sufficienti, non soltanto per visitarla bene, ma anche per assaggiarla, per sentire l'atmosfera del posto. Ero alla stazione ferroviaria alle 11 di mattina. Breve percorso fino all'albergo, a cento metri dalle Due torri. Chi conosce la città saprà che il termine breve forse non è il più adeguato in quanto si tratta di una buona mezz'oretta. Trascinandosi dietro un trolley. Ma quando sono in vacanza per me è tutto facile e piacevole e lungo la strada c'erano già tante cose da vedere.



L'albergo era a due passi dalle due torri. Uno a quattro stelle in un antico palazzo. Anche i mobili delle stanze sono in questo stile che io non gradisco affatto. Ma il problema è un altro: a mia moglie non piace la vista. Dalla finestra si vede la facciata dell'edificio di fronte, a circa 3 metri di distanza. Lei scende giù alla reception e chiede un'altra stanza. In 10 minuti è fatta. La vista è giusta, ma la stanza è molto più piccola rispetto a quella iniziale. Io sono disperato. Lei si lamenta, aveva chiesto una stanza de lux, e questa non può esserci tale perché troppo piccola. Non mi sono spacchettato aspettando di cambiare di nuovo, ma questa volta si ferma alle chiacchiere. Meno male!

Roxy Bar


Finalmente siamo per le strade di Bologna. E' ora di pranzo. Lei ha scelto, come al solito, un posticino particolare. Si trova fuori centro, ma riusciamo ad arrivarci usando la cartina che abbiamo recuperato in albergo, senza aiuto dei mezzi tecnologici. Il numero civico 69 è davanti a noi. Una saracinesca abbassata, sembra da tanto tempo. Un passante ci informa che è stato chiuso 4 anni fa. Il libro che la mia cara utilizza, di Touring Club, è vecchio più di dieci anni. Pazienza! In zona ci sono tanti posti per ristoro e alla fine abbiamo mangiato bene. Si inizia visitare le chiese, le cattedrale e le basiliche. Ne ho viste tante nella mia vita e mi sembrano tutte uguali. Se non è proprio strabella, non attira la mia attenzione. Ma la passeggiate per le vie e viuzze mi piace. Mai visto così tanti portici in vita mia. Tutto stile medioevale, diverso da molte altre città italiane. Un posto riconoscibile ad occhi chiusi (esagerando un pochino). Per sabato e domenica è previsto un peggioramento del tempo. Chi se ne frega; è tutto coperto qui.

Salita San Luca


La cena in un ristorante tipico bolognese assaggiando i piatti tradizionali. Tutto ottimo e il personale molto cortese e simpatico. Quasi lasciavo la mancia, ma quando ho visto il coperto di 6 euro su un conto di 50 mi è passata la generosità. Un giro in centro, condividendolo con moltissima gente. Tanta vivacità, sorrisi, qualche canzone. Per finire la giornata avevo un punto fisso: farmi un whiskey in Roxy bar. Un posticino molto moderno, lontano da quello che uno si immaginerebbe ascoltando la canzone di Vasco. Ma il drink era buono ed anche camerieri erano di buon umore e così ci siamo scambiati due battute.

Tetti di Bologna


Domani mattina alle nove eravamo diretti vero il santuario Madonna di san Luca. Tutto a piedi, circa 6 chilometri, passando per il porticato più lungo al mondo che segue la Via Saragozza. Ultimi 2 chilometri nella salita porticata, dedicata ai pedoni e pellegrini, in salita. Faceva abbastanza caldo e così abbiamo messo circa 90 minuti per percorrere il tragitto. In cima si trova il santuario. Ci siamo arrampicati sul terrazzo panoramico  per goderci un ambia vista a 180 gradi. Dicono che durante le giornate limpide (nostra non era proprio così; era presente una leggere foschia) si vede anche il mare. La discesa è andata più velocemente e tornando in dietro con la stessa strada ci siamo fermati al palazzo Alberghetti per vedere la mostra di Mirò.

L'arte di pittura non è il mio forte. Alcuni autori mi piacciono, così visivamente, altri meno. Mirò rientra nella categoria di quelli che non mi incantano, anzi. Era un autore molto produttivo; ha creato migliaia di quadri. Guardandoli chiedevo a me stesso: perché? Avevo l'audio guida che raccontava i suoi quadri ma anche la sua vita e la sua filosofia. Ad un certo periodo della sua carriera ha dichiarato che il suo scopo è distruggere la pittura. Se il traguardo era davvero questo, è riuscito perfettamente.

Mostra di Mirò


Ero fisicamente stanco dalla camminata  e psicologicamente distrutto dalle macchie di sopra descritto artista. Meno male che era ora di pranzo. Un taglierino con i fantastici prodotti emiliani e dopo dritto alla camera per un riposo. Mia moglie era ancora più stanca con me. E la dormitina non ha aiutato molto. Nel pomeriggio gironzolavamo senza uno scopo. Lei era distrutta e la serata che si avvicinava era compromessa. Mi è venuta una delle mie idee creative: andiamo al cinema. Non in uno qualunque ma nella Cineteca di Bologna. Un quarto d'ora e con l'ultimo sforzo siamo riusciti ad arrivare (almeno lei). Si è comprata anche due banane perché, come diceva lei, le mancava il potassio. Alle otto precise siamo entrati nella sala dove iniziava Manhattan di Woody Allen. Un bellissimo film che ho visto tanto tempo fa e che ho rivisto con tanta gioia. Ci siamo ripresi e dopo quest'esperienza veramente artistica (al contrario della mostra) abbiamo fatto una cena leggere.

Ultimo giorno avevamo a disposizione parecchio tempo: il treno partiva alle 5 di pomeriggio. Si siamo dedicati alla zona universitaria visitando anche tre musei universitari. Quello della geologia era molto bello con numerosissime pietre e minerali esposti. Il secondo, biologico e antropologico, ci ha lasciato una bellissima impressione. Molto ampio, con tanto materiale didattico che permette al visitatore di rinfrescare ed  allargare le proprie vedute sull'evoluzione umana. Ed entrambi erano gratis. Il terzo, situato nel palazzo Poggi ci è piaciuto un po' meno. La parte migliore erano le stanze del palazzo stesso. Meno divertimento, ma questa volta a costo di 5 euro a persona. Mentre stavamo dentro fuori ha piovuto. Non c'è ne siamo nemmeno accorti. All'uscita le strada era parecchio bagnata ma già splendeva il sole. Le minace dei temporali, ampliamente diffuse dai media, si sono rivelate sbagliate. Meno male, direi. Dopo il pranzo, una bella porzione di lasagne, dritto alla stazione. Il treno è arrivato in orario.

sabato 19 novembre 2016

Contorto

Stiamo passando un periodo particolare dove gli eventi inaspettati si susseguono uno dietro l'altro, da noi ma anche negli altri paesi che comunque influenzano la nostra esistenza. Il titolo che meriterebbe questo articolo sarebbe molto più lungo. Evito questo allungamento per le varie ragioni: la leggibilità e non voglio offendere nessuno. Il mio ultimo post è pre Brexit, il primo episodio in questa serie non televisiva. Ha vinto la democrazia. La maggioranza dei votanti ha deciso di uscire da un conglomerato che per vari motivi considerava non idoneo per il proprio futuro. A molti non è piaciuta. Mi ricordo Severgnini con gli occhi quasi lucidi dalle lacrime sottolineava la stupidità dei contadini inglesi che hanno votato per l'exit. Signore mio, stupidi o no, la maggioranza è la maggioranza e per le leggi di un sistema democratico non vince. Ma noi siamo così. Giuriamo nella sovranità popolare finché questa non va contro le nostre idee. Dopo, al popolo si aggancia l'attributo ignorante.

Quando esprimiamo le preferenze nella nostra vita non sappiamo mai se la nostra scelta sia quella giusta. E non lo sapremo mai. Non è possibile vivere due realtà in parallelo e capire qual è quella più vantaggiosa. Pertanto, una volta presa una strada, vale la pena di percorrerla senza girarsi indietro. Quell'altra è stata comunque persa e non è più praticabile. Dire alla gente che abbia sbagliato non vale niente e non c'è nemmeno un sola prova per sostenere che sia una scelta errata.

Dopo, sono arrivate le elezioni presidenziali Americane. Due candidati impresentabili! Ecco, sto cadendo nella trappola. Esprimo il mio giudizio personale che contrasta con la realtà. Tutti e due sono stati scelti dal popolo nelle primarie. Alla fine il tizio con la ciocca ha vinto lo scontro. Molti protestavano per le strade. La protesta è un diritto ma in questo caso è anche offensivo verso la metà della popolazione che voleva quell'uomo alla guida del paese. Anche in Inghilterra, appena finito lo spoglio si sono messi a raccogliere milioni di firme per chiedere un altro referendum. Tutto ammesso, ma con poco rispetto per i dettami che ci siamo dati.

Entrambe le situazioni possono essere messe sotto il segno del "Cigno nero". Si tratta di un termine coniato da un libanese che ha scritto un libro con lo stesso titolo (consiglio una lettura). Il termine rappresenta un caso difficilmente prevedibile che cambia la storia dell'umanità, oppure la nostra vita. Il libanese spiega come sfruttare questi avvenimenti a livello finanziario. Io ho letto il libro, ho afferrato il concetto e avevo cercato di guadagnare con Forex scommettendo sugli eventi non aspettati. Con la vittoria dell'exit tutto è andato alla grande. La sterlina è scivolata brutalmente e io ho fatto tanti soldi. Grazie a questo evento mi sono fatto una bella vacanza in Grecia, di quelle ricche.

Con la vittoria di Trump è andata diversamente. Si aspettava un tonfo del dollaro ma gli analisti hanno sbagliato tutto e io mi sono fidato di loro. Esplicito qui, che nel libro è stato detto in maniera molto chiara di non fidarsi degli analisti finanziari ed economici. Sono state spese tante parole a proposito della loro incapacità ed incomprensione della vita reale, ma io ho dimenticato quella lezione. Così adesso mi trovo con un posizione Forex aperta e sbagliata, con poca speranza di recuperare. Il dollaro è andato in direzione opposta da quella prevista e desiderata. Pertanto, ho trascorso gli ultimi due giorni a cercare di inventare un modello matematico che mi aiuti almeno a recuperare una parte dell'investimento. Dopo vari tentativi, ho messo a punto una procedura che dà i sui frutti, lentamente. Quello che è importante è che non corro il rischio di rimettere di più rispetto a quello che è già stato compromesso. Mi sono divertito anche di dare un nome a quel mio metodo: "Il doppio gioco".

Da noi si prospetta un altro momento di una certa importanza, ma non di portata dei due sopradescritti. Il famoso referendum. Credo che molti di voi la pensino come me: non c'è la faccio più. Ad ascoltare quelli che votano no e quelli che si agitano per il sì. Tutte le bugie che si dicono. Cambiare la costituzione non cambierà le nostre vite. Ci sono molte altre cose urgenti da fare che non si fanno perché il paese è bloccato. Mi pongo anche la domanda: che senso ha cambiare la costituzione se nemmeno questa attuale la rispettiamo. Ci sono delle violazioni palesi. Mentre la costituzione attuale prevede che la Banca d'Italia sia un organismo pubblico in effetti è un ente privato che sfrutta alla grande il signoreggio per riempire le tasche dei privati con i nostri soldi.

Allora, cosa possiamo fare per difendersi dalla realtà crudele che ci circonda? Provate a consultare ricette dolci per trovare un'idea come addolcirvi la vita. Perché alla fin fine non ci vuole troppo per stare bene. Una fetta di torta, oppure già un bel profumo che si estende per tutta la casa di una crostata, rigenerano in modo positivo il nostro umore.

venerdì 27 maggio 2016

Lui e solo Lui

Per Lui si può dire del tutto e gli si possono appiccicare tante etichette, ma non quella di uno stupido. E ci sono delle prove a proposito. Non puoi essere stupido se occupi la poltrona del capo di governo. E non sei nemmeno stato eletto nel parlamento. Perciò sei molto bravo se sei riuscito alla tua età farti questa carriera ed ottenere questa posizione del potere. E del potere si tratta. Pertanto Lui ha un'altissima capacità di coinvolgere le persone, di convincerle. Qui non per forza si deve trattare di un intelligenza standard (quella misurata con i test i I.Q.) superiore alla media, ma possiede un'intelligenza sociale molto elevata, cioè quella di rapportarsi con gli altri.

Altra sua notevole dote è di prefiggersi gli obbiettivi da raggiungere. E più o meno gli raggiunge. Anche se non ci riesce, riesce comunque a convincere gli altri (e credo anche se stesso) di averli conseguiti. Così si è guadagnato la fama di essere un bugiardo. E in parte questa affermazione trova delle chiare prove, per esempio la mancata promessa di non fare mai il premier se non sarà eletto dal popolo. Ma il numero delle frottole raccontate che gli si possono sbattere nella faccia con le prove evidenti non è molto elevato, non esce fuori dalla media di un politico comune. Il problemino è che racconta una marea delle mezze verità, puntando su un certo fatto e dimenticando di menzionare quell'altro che lo smentisce del tutto. Questo sì che lo fa quotidianamente. E la gente ci casca, da tempo.

E questo potrebbe essere il suo guaio. Fino ad oggi è andato così bene, riuscendo a convincere la gente di credere nelle cose irrazionali, sconfiggendo in modo brutale l'opposizione interna del suo stesso partito, e con pochissimi sforzi (visto che il lavoro maggiore hanno fatto da soli) di eliminare del tutto l'opposizione naturale, quella composta dagli altri partiti. Anzi, ha avuto anche la capacità di attirare una parte dell'opposizione che collabora con Lui fedelmente. Ottenendo tutti questi risultati, non da poco, inizia a sentirsi onnipotente e punta sempre più in alto. Ed ecco che questa sicurezza e onnipotenza gli suggerisce di mettere in palio tutto. Per il referendum sui cambiamenti della costituzione mette in gioco anche se stesso: se perdo, vado a casa.

Lui

Ma si muove anche su tutti i fronti; comitati per il sì, gli accademici che firmano un documento che invita a votare i cambiamenti (gioca sulla loro competenza e in cambio gli darà le consulenze d'oro), i personaggi vari che lo sostengono senza alcun indugio. Tra loro anche la ministro Boschi. Ma sta un po' esagerando? Io direi di sì. Si sta spingendo troppo oltre. Un profilo più basso gli avrebbe garantito una maggior sicurezza della vittoria. Ma a Lui non basta. Non soltanto vuole salire sul piedistallo ma vuole far capire a tutti quanto e grande; vuole essere adorato perché Lui crede che questo se lo meriti.

Ma così mette nel campo qualche incertezza in più. Ci sono tante persone che voteranno no per la convinzione. Adesso a loro si aggregheranno anche tutti quelli incerti, o addirittura favorevoli al referendum, ma che non sopportano più Lui, o non l'hanno mai sopportato. E l'odio è una bella arma, una bella motivazione di andare a votare anche se quella mattina piove e non hai voglia di uscire da casa. Un altro errore che sta commettendo e affidarsi ai cavalieri sbagliati. Qui mi riferisco in primis al ministro Boschi. Lei in pratica ripete le sue stesse parole, con un altro tipo di arroganza, quella appartenente al mondo femminile. Mettendola in prima linea, Lui si prenderà i voti non desiderati almeno da quelli che hanno perso i soldi nelle ultime faccende bancarie. Loro non sopportano il padre della Boschi, pertanto per avere una piccola vendetta usciranno a votare no, insieme con i propri familiari ed amici.

Di questi errori non si accorgi (se non legge il mio post, che è poco probabile) ma come un cane da caccia riesce a sentire da dove viene il pericolo. Un importante gruppo sono gli anziani. Sono numerosi, visto che siamo tra i paesi più vecchi d'Europa, non sono molto benestanti e per questo vanno a votare in massa perché non si possono permettere altri divertimenti. E sono di natura conservatori; non gli piacioni i cambiamenti in quanto hanno paura per il proprio futuro. Si legge tranquillamente un notevole no espresso al referendum. Ma Lui ha capito il pericolo ed ha iniziato il gioco, puntando sempre sul loro conservatorismo. Le notizie prevalenti di ultimi giorni sono che il governo sta lavorando per alzare le pensioni minime e per trovare il modo per i pensionamenti anticipati. La promessa è sufficiente, basta dare un po' di speranza e il pensiero parte in direzione: Lui ci ha promesso le pensioni maggiori e se perde al referendum a se ne va, quello che viene dopo forse non ci da niente.

Io non sono ancora troppo vecchi e voterò un NO, per entrambi i motivi: perché la nuova costituzione sarebbe meno chiara e meno democratica di questa attuale e perché Lui mi sta sul coso, sempre di più.

domenica 29 marzo 2015

Musica, abiti, vino e tarallucci

Vivo in una grande città. Milano. Ci sono circa due milioni di abitanti se consideriamo anche l'hinterland. E' una città che ad alcuni piace, ad altri no. Nonostante questi giudizi strettamente soggettivi, credo che quasi tutti voi sarete d'accordo nel definire questa grande metropoli come un luogo pieno di opportunità ed eventi. Ultimamente ho partecipato ad alcuni di essi. Non molto tempo fa vi avevo parlato di Rossy De Palma e del suo spettacolo al Piccolo di Milano. Oggi vi parlerò di una sfilata di moda, la prima alla quale ho partecipato. Ammetto di essere andata senza avere la minima idea di come si sarebbe svolta e solitamente sono aperta alle idee alternative.

L'ambiente scelto per ospitare la sfilata della stilista Anna Lenti è stato lo spazio Tadini. Per chi di voi non fosse sufficientemente informato su questo cognome: si tratta di un pittore, Emilio Tadini, classe 1927. Oggi, è un luogo gestito dal figlio Francesco, direttore artistico della Scala milanese. Che dire del posto? Molto bello. Merita sicuramente una visita. Una perla nascosta nella caotica zona centrale milanese. Come ci è stato spiegato da Tadini junior in persona, il suo gruppo di lavoro ha pensato di allargare il progetto alle altre discipline artistiche oltre alla pittura. Per esempio, nel 2010, il primo comizio di Beppe Grillo si è tenuto proprio in questo spazio. Un progetto ambizioso, aggiungerei. Sulle parole, interessante. E' possibile assistere alle mostre di pittura e un concerto jazz, oppure qualche spettacolo di danza. La serata alla quale ho partecipato io, era su questa scia. Pensata, ma male riuscita.

L'evento doveva iniziare alle 21, c'è stato un ritardo di 30 minuti. L'organizzazione è stata molto carente. Qualche giorno prima mi è stato comunicato che si trattava di un evento a numero chiuso, più tardi è stato spiegato che poteva entrare chiunque. Quando si organizza un evento in uno spazio ristretto, bisogna sapere esattamente quante persone ci saranno, altrimenti si rischia, come, del resto è capitato, che gli ultimi arrivati dovranno restare in piedi. Per quanto riguarda la sfilata, a dire il vero non c'è stata.

Si è deciso di fare una presentazione alternativa facendo indossare un paio di abiti a delle ballerine che ballavano. In pratica, per quindici minuti ho visto due abiti indossati sopra i body che vengono usati per la danza. Anche la musica non era quella che solitamente si vede nelle sfilate in televisione, sembrava di più una musica da meditazione, il che concilia molto bene il sonno. Dopo questi quindici minuti, ci è stato detto di fare cinque minuti di pausa in quanto dovevano preparare la seconda parte della serata, in cui un gruppo italiano (dal nome inglese), avrebbe suonato. Alcuni dei presenti sono usciti dalla porta posteriore. Altri, sono rimasti seduti sbuffando. Una volta arrivato il gruppo, mi è venuto il mal di testa dalla loro musica. Fosse durato cinque, al massimo, dieci minuti, non avrei detto niente. La loro performance è stata davvero troppo lunga (e neanche delle migliori). La serata è stata chiusa dal proprietario dello spazio che ha deciso di farsi pubblicità. Infinite parole su quanto tutti loro fanno cose alternative, belle, su quanto sono tutti bravi. Momento molto autoreferenziale. Si poteva evitare. Sono della seguente opinione: se uno è bravo, se fa bene il proprio lavoro, se gestisce bene uno spazio, qualsiasi tipo di pubblicità non è necessaria. Il marketing migliore è lasciare che gli altri giudichino. Quello che vedono, naturalmente.

A fine serata è stato organizzato un rinfresco a base di vino e tarallucci in quanto la stilista è pugliese. Certo, non eravamo in un locale ma usare dei minuscoli bicchieri di plastica in uno spazio così artistico ed elegante, stonava. In ultima nota, dico, peccato. Peccato che il progetto non sia stato organizzato con cura in quanto aveva del potenziale.  In una città in cui tutti vogliono fare i diversi e originali, alla fine finiscono per diventare dei copia e incolla. Con tanto di pacche sulle spalle e complimenti fino a notte fonda.

giovedì 27 novembre 2014

Le regole

Migliaia d'anni fa, quando il genere umano ha deciso di organizzarsi nello stato, sono state imposte le regole di comune convivenza da rispettare; per bene di tutti. Per chi non rispettava le stesse sono previste le pene e le punizioni, in modo di costringere la gente di rispettare i dettami di gioco. Nei tempi moderni la società è diventata molto complessa ed il numero delle leggi è notevolmente aumentato in quanto si sono aperte nuove realtà. Pertanto per far funzionare uno stato come si deve, prima di tutto deve essere rispettata la legalità. Nel caso contrario, ognuno fa quello che vuole ed entriamo in anarchia e l'anarchia significa l'incertezza, per le nostre proprietà, per la nostra vita. Ed a noi l'insicurezza non piace.

Questi giorni a Milano è scoppiato il caso delle case popolari. Quattro mila appartamenti abusivamente occupati, contro ogni legge ed il governo cittadino non ha fatto niente a proposito, per anni, lasciando che la situazione diventasse molto tesa. Molti politici e giornalisti, prevalentemente di sinistra, affiancano al problema della legalità quello sociale e si pongono la domanda: ma dove andrà la gente sfrattata? In effetti, a primo sguardo una domanda forte, un argomento per non agire importante. Ma soltanto a prima vista. Qui facciamo il gioco all'italiana, tirando fuori alcune domande, ma lasciando inespresse quelle altre che neutralizzano quelle prime. Perché non bisogna dimenticare che al posto di quelli che occupano illegalmente le abitazioni e che dovrebbero essere per strada, per strada si trovano quelli altri, che avrebbero diritto, nel rispetto delle regole e delle liste stillate per meriti.

Perciò, liberando gli appartamenti occupati, dal punto di vista sociale non cambia niente: la stessa quantità delle persone non avrà l'alloggio. Ma la legalità guadagnerebbe tutto, perché insegnerebbe quelli che non vogliono rispettare le norme e che pensano che la forza sia sufficiente per risolver il conflitto, che quel comportamento non paga. Così questi fatti non si ripeterebbero in continuazione. Perché noi siamo così; le leggi ci vanno benissimo se ci servono, ma non abbiamo alcun problema di infrangerle quando ci conviene. Tanto, l'esperienza quotidiana ci insegna che è molto facile passarsela liscia.

Nel mio condominio, piuttosto ampio, c'è tanta gente che non paga le spese. Alcuni, pochi, perché hanno delle difficolta economiche, gli altri perché da tempo hanno compreso che non gli può succedere niente, perché la legge non funziona. Uno di questi non ha pagato le spese per più di 5 anni. Si è arrivati ad un debito di oltre dieci mila euro; c'erano anche delle spese straordinarie piuttosto corpose, in quanto sono stati sistemati i box che perdevano l'acqua. Alla fine l'amministratore è riuscito ad avere il mandato per il pignoramento. Al tizio hanno pignorato una BMW serie 5: poverino, non aveva i soldi.

Ma perché siamo arrivati a questo? Per colpa dei nostri politici, nazionali e locali. Loro non vogliono andare contro nessuno, perché tutti sono gli elettori e loro non vogliono perdere i voti. Perché quelli sfrattati sono sicuramente voti persi, e quelli che avrebbero finalmente un posto dove vivere, in quanto hanno diritto ad avere uno assegnato, non necessariamente son voti guadagnati. Il calcolo è semplice, pertanto non si fa niente. Perché la legalità, la vita civile della gente, un semplice star bene dei tutti non gli interessa, gli interessa soltanto la loro posizione. E sono pronti a farci pagare qualsiasi prezzo per essere rieletti. E noi continuiamo ad eleggerli.

La mancanza dello stato legale è anche una delle ragioni principali perché gli investitori stranieri ci snobbano. Investi in una fabbrica, avvii la produzione e vendi i tuoi semiprodotti ad un'impresa italiana che smette di pagarti. Gli fai la causa e devi aspettare per anni. Alla fine il giudice dice che quelli non possono pagare perché in quel caso dovrebbero chiudere e si perderebbero 200 posti di lavoro. Così chiudi tu e si perdono altrettanti posti, ma sono in mezzo anche i tuoi soldi. E tutto perché tu non conosci bene i politici che fanno girare le cose e ti fidi delle leggi che ognuno interpreta come gli conviene. Ma VFC!

giovedì 2 gennaio 2014

Torsione composta

Ho aspettato l’arrivo del nuovo blocco di 365 giorni, che nei vocabolari si trova sotto la voce anno, con mia moglie ed altri 3 conoscenti. Troppo cibo, ma con il bere sono andato modestamente, anche per la scarsa qualità delle bevande messe sul tavolo: gli spumanti, dell’aperitivo e del brindisi, erano pessimi di gusto e troppo dolci e del primo ho lasciato mezzo bicchiere. Per quanto riguarda quello secondo l’ho finito per la scaramanzia, se no si rischiava di avere il blocco sfortunato, almeno così dice il nostro popolo. Meno male il grappino finale era ottimo così non sono tornato a casa del tuto sobrio; anche questo porterebbe male. Tutta la sera la TV accesa; ma come si può fare?

Per il resto abbiamo giocato a gioco visuale, dove devi disegnare il temine che ti capita sulla scheda e i compagni delle tua squadra devono indovinare di cosa si tratta. Sono un pessimo disegnatore ma ho scoperto che sono dotato per questo gioco più degli altri. E' molto difficile raffigurare un azione, per esempio, ed il modo giusto è di andare lentamente verso lo scopo, riportando tutta la scenografia che rappresenta il verbo finale. La mia banda voleva festeggiare la vittoria con lo champagne rimasto, ma io ho preferito un sorso di vino normale. La mattina si avvicinava e ad un certo punto la tipa, rivolgendosi al suo compagno ha detto: amore, andiamo a letto, forse gli ospiti andrebbero a casa.

Siamo tornati a casa nostra e prima di sdraiarmi mi sono collegato via Skype con una famiglia di New York e ci siamo fatti gli auguri. Loro erano ancora in attesa per entra in una nuova epoca. Ho posato i piedi nelle pantofole prima di mezzogiorno, preso il mio caffè e fumato la prima sigaretta. La voglia di intraprendere qualsiasi azione era pari a zero. Cosa si fa nei tali momenti? Si collega con la rete mondiale e si vacilla tra qui e là. Dopo qualche posto che non attirava la mia attenzione sono approdato su blog distorto che mi ha acceso i miei circuiti celebrali. I giornali personali densamente diffusi sono in fatti il modo di autodifesa contro la quotidianità. La gente scrive, nessuno legge, ma si sentono comunque meglio perché l'espulsione delle negatività, di quello che preme la nostra anima, è risolutamente salutare.

Conoscendo la causa siamo già a metà della risoluzione, ma esprimerla e condividerla mettendola su un server significa una guarigione certa. Il concetto è già stato scoperto dal tipo chiamato Freud ed applicato dai numerosi seguaci che svuotano le tasche dei propri pazienti. Perciò meglio trovare un hosting gratuito e scrivere delle idiozie che andare dal dottore e pagare per un risultato incerto. Ecco il pensiero che mi ha provocato il blog indicato nel precedente paragrafo. Per questo si merita la recensione, non ovviamente per il contenuto molto scarso come quantità, di sole due pagine. Sembra uno dei soliti progetti abbandonati: si parte con molta voglia ed entusiasmo, ma passato il primo periodo l'ardore inizia a sbiadire ed alla fine sparisce. L'opera rimane con le sole fondamenta, accennando soltanto come doveva essere l'intero edificio finalizzato.

Il primo posto, quello più in basso, è spiritoso e liberatorio: racconto di un abituale viaggio in macchina con la moglie che mette il proprio zampino in tutte le cose. Mi sono fatto anche due risate perché non soltanto che il tema è azzeccato bene in quanto immortale, ma la scrittura è fluida e piacevole. Se si continuava così ci si arrivava lontano. La successivo prestazione rientra nel tema affrontato sopra, cioè di automedicazione psicologica. Soliti discorsi sui nostri politici e loro caratteristiche poco piacevoli. Il web è pieno di questi discorsi critici e poco produttivi. Speriamo che l'autore riprende la strada precedente e continui a divertirci con la satira ed umorismo. Come la vedo io, per adesso è l'unica salvezza per le nostre anime finché qualcuno non decida to estrare la mano fuori dalle nostre tasche (ecco, anche io non sono riuscito a trattenermi).

martedì 20 agosto 2013

Diciassette otto

In tutti questi anni non avrei mai pensato di passare una notte a parlare di morte con un bambino di otto anni, ancora con addosso il vestito da spiaggia. Noi due da soli in casa, a dividere una sedia, abbracciati, con la luce soffusa della cucina. Quando gli hanno detto che il nonno era morto, ha riso. Poi è uscito con me, a fare qualche giro in bici, sul campo in cui io stessa da bambina, giocavo.

Qualche ora dopo, mentre legavamo i lucchetti, mi ha detto: "Solo ora ho realizzato che non rivedrò mai più il nonno e prima mi sono comportato da stupido. Possiamo parlarne?". Due settimane prima il mio piccolo amico si trovava nella casa al mare della famiglia. Faceva caldo. Lo stesso giorno, di passaggio, è arrivato il nonno. In casa si lamentavano della temperatura torrida e così il nonno decise di arrampicarsi sulla scala per aprire la finestra. Un'operazione che faceva di abitudine. Le scale erano di alluminio, leggere. Luka, il nipote, mio amico, essendosi arrampicato migliaia di volte pensava di chiedergli se aveva bisogno di aiuto ma si vergognava. Pochi istanti dopo, davanti agli occhi del bambino, il nonno cadde violentemente dalle scale. Fu trasportato subito nell'ospedale più vicino, in coma. Fino a questo sabato, il giorno in cui morì.

Quella notte il mio piccolo amico mi ha confessato che si sentiva in colpa e che avrebbe potuto salvarlo, se solo non "fossi stato così stupido, timido e sbagliato e gli avessi chiesto se aveva bisogno d'aiuto." Sapendo che il motivo che ha provocato la caduta era un grave ictus, ho tentato di spiegargli che sarebbe accaduto comunque e che non aveva sofferto. Ha deciso di credermi perché "di te mi fido, so che non mi racconti bugie". Insieme, abbiamo concluso che il nonno ha avuto una bellissima vita, con una moglie che amava, due figlie ben educate, istruite, sposate con due brave persone e sei nipoti meravigliosi. Era un uomo onesto. Aveva una famiglia molto unita. E alla fine di tutto è questo ciò che conta. Non sono le aziende che possiedi, le macchine oppure gli immobili. E' l'amore delle persone che ti stanno intorno. Dentro le quali resti.

A tarda notte, esausti e già nel letto, mi ha raccontato una barzelletta sul gatto. Non avevo la forza di tentare di capirla ma ho riso ugualmente. Dopo che mi ha dato il bacio della buona notte, con un sorriso stanco mi ha detto "oggi è stata una giornata strana perché tu hai cucinato. Non cucini mai. Di solito vieni qui, trovi tutto pronto e mangi, come quando sabato scorso abbiamo mangiato il pesce". Pochi istanti dopo lui si è addormentato e io alle 3 di notte ero ancora sveglia. Consapevole di avere appena avuto la conversazione più difficile, dolorosa ma allo stesso tempo più bella e più intensa dei miei quasi (ormai) trentaquattro anni. Con un piccolo e, per me, speciale essere umano per il quale farei qualsiasi cosa (compreso salire sul monopattino).

venerdì 28 dicembre 2012

Cloud Atlas


Nel tempo storico in cui viviamo sempre più spesso sentiamo parlare di spiritualità. Forse si tratta della moda del momento oppure è l’inevitabile conseguenza della post-modernità e del malessere che provoca. Pare che dentro ognuno di noi ci sia un saggio pronto a dispensare consigli, richiesti o meno. E’ un dato di fatto che la dimensione spirituale sia oggetto di curiosità e di ricerca. Se entrate in una libreria vi accorgerete facilmente della quantità di libri che ci parlano della vita, in tutti i suoi aspetti. Oltre gli scrittori, anche i registi aiutano la causa.

I fratelli Vahovski, insieme al noto regista tedesco Tom Tikver, hanno dato vita al nuovo film, già nominato per il Golden Globe: “Cloud Atlas”. Secondo i ben informati è tra i probabili vincitori di Oscar. Alla prima scena, lo spettatore viene messo di fronte alla complessità della sceneggiatura. Il sipario si apre dall’inizio con tante storie che vengono comprese soltanto nel finale. Per alcuni sicuramente risulterà essere una tecnica narrativa irritante che richiede una concentrazione costante. La distrazione non è concessa. Raccontare la trama non è facile. Molteplici storie si intrecciano. Ogni attore è impegnato nell’interpretazione di sei personaggi. La recitazione non delude. I grandi nomi come Tom Hanks, Halle Berry e Hugh Grant si calano nelle storie con grande maestria, la quale del resto, da loro viene pretesa.

Il punto centrale intorno al quale si sviluppa la trama è la complessità dell’essere umano, le sue innumerevoli sfaccettature, dall’estrema bontà, all’altrettanta crudeltà: “il più forte domina sul più debole”, pare sia la legge che lega tutti i tempi storici. Si sa, ogni azione causa una reazione. Le nostre vite dipendono da noi ma fino ad un certo punto. Siamo governati da leggi sulle quali non abbiamo il controllo e le vite degli altri, a volte influenzano il nostro destino. Sembra il quadro di una catena, sempre attuale, dove tutto e tutti siamo collegati. Non soltanto: nel racconto, i registi focalizzano la loro attenzione sulla stupidità degli uomini che nonostante i continui studi e le continue analisi, sia su se stessi che sulla storia, continuano a commettere gli stessi errori.

La nota frase di uno dei più grandi pittori di tutti i tempi: “Ripetere le stesse azioni sperando in un risultato differente è la definizione di follia”, è una costante di questa proiezione. Il film può essere interpretato sotto diversi profili quali, filosofico, esistenziale, psicologico o forse anche storico. Una cosa però rimane certa: indurre lo spettatore a farsi delle domande sul proprio stato di coscienza: individuale e collettiva, perché senza una non ci può essere l’altra.

E’ un film che merita, per la sceneggiatura, per la bravura degli attori, per l’argomento, forse banale ma di questi tempi,necessario. Preparatevi per tre ore di viaggio introspettivo e se avete la fortuna di capire l’inglese, guardatelo nella sua versione originale. La sincronizzazione può far perdere importanti sfumature del messaggio, esattamente come l’uso di sottotitoli. Interessante.

venerdì 10 febbraio 2012

Inverno duro

Sono passati 4 mese da quando ho fatto la mia ultima creazione, cioè un testo su questo blog e oggi mi sembrava il caso di aggiornarlo. Inoltre c'è l'inverno fuori, con la neve che cade è un bel freddo. Si lamentano quasi tutti, ma io una cosa positiva trovo sempre: ammazzerà almeno le mosche e le zanzare, ‘sto gelo, intendo. Anche le giornate sono corte e uno cosa fa in questi casi, oggi nel ventunesimo secolo? Si chiude nel stanzino e naviga in Internet, ovviamente. Un po' squallido anche; sarebbe meglio appartarsi con la fidanzata e fare un po' di movimento che fa bene al fisico, all'anima e scalda anche. In questo modo si risparmia anche sulla bolletta del gas.

Mi piacciono i blog; si trovano tante stupidaggini, che per fortuna a volte fanno anche ridere, le esperienze ed i pensieri delle altre persone che a volte ci arricchiscono, approfondiscono le nostre conoscenze. Ci permettono di vivere le vite degli altrui, come i libri una volta, in generale, perché io anche oggi leggo, a volte, quando la connessione a rete è lenta: ha, ha, ha. Mi sono imbattuto in mie riflessioni, un blog di uno che usa la massa grigia che gli riempia il cranio, si capisce subito. Non si fa vendere le cose impacchettate, ma prima toglie la confezione e guarda la sostanza del contenuto. Perché non è oro tutto quello che luccica e non è vero tutto quello che ci dicono e quello in cui ci vogliono far credere. Carino ed anche scritto in modo divertente e ironico. Dopo mi piace il formato dei blog fatti su wordpress; molto puliti graficamente ma con un buon effetto visivo.

Vado avanti, i gigabyte scorrono, sono in ricerca di qualche altro gioiello dell'intelletto umano e questo non si trova senza cercare in profondità. Ha, ecco uno che non mi dispiace a fatto. Il titolo, Italia migliore, sembra un augurio nei tempi di oggi. Il Caio ha deciso di essere propositivo, di non criticare come spesso si trova in giro, anche qui da me, ma di proporre delle idee, delle soluzioni che potrebbero portarci avanti, farci progredire dopo tanti anni di stagnazione. In effetti c'è una solo proposta concreta e mi sembra che è stata letta dal nostro premier. Traducendo dal linguaggio un po' complicato nel quale l'autore si è impicciato, ho dovuto leggere 2 volte alcuni passaggi per capire cosa voleva dire l'artista, si propone l'eliminazione dell'articolo 18. L'articolo è datato 26 agosto dell'anno scorso, cioè prima di Monti (se l'autore non ha barato) e sostanzialmente dice tutti licenziabili e tutti felici (senza monotonia, aggiungerebbe il nostro Mario). Io non è che sono molto favorevole, ma leggendo con la mente aperta, c'è una semplice analisi dei pro e dei contro, devo ammettere che la soluzione non per forza deve essere brutta.

E' passata la mezzanotte, il riscaldamento centralizzato già da un po' non scalda e io mostro i primi segni di congelamento. E' ora di andare a letto, di fare dei sogni sotto la coperta, al caldo, come un orso fa durante l'inverno.

venerdì 11 novembre 2011

Incazzati

Oggi mi sono svegliato con una grande erezione. Ce l'avevo duro come rappresentanti di un partito politico del Nord, anzi, ancora di più; scoppiava proprio. Dopo la visita al bagno si è sgonfiato. Si trattava di pura idraulica, niente di vedere con i relativi piacere. Apro la finestra e vedo il sole, un altro bel dì di questa settimana. Cosa faccio? Esco fori a fare due passi, un giro in bici: visto che faccio una vita sedentaria, farebbe bene al mio fisico. Ma non ho voglia. Mi preparo un caffè, buono, e lo porto nel mio sgabuzzino che finge da studio (2,20 x 2,40 metri, con una piccola finestra che da su ballatoio, ma non da alcuna luce diurna). Pertanto accendo la luce, mi accendo una sigaretta, premo il bottone per avviare il modem e vado a vedere il mio blog. L'ho aperto due anni, un mese e 4 giorni fa. L'ultimo post del maggio di quest'anno. Decido di scrivere qualcosa.

Oggi è 11/11/11, cioè una data con sei uni, ritenuta dai numerologi molto importante ed anche fortunata. Speriamo, perché della fortuna ne abbiamo bisogno, almeno vedendo quello che ci stanno servendo i nostri cari politici ultimi giorni. Credo sempre di meno in quello che dicono e mi accorgo che sempre più spesso cambiano l'idea da oggi a domani, che non sanno che pesci pigliare e che il loro livello di disorientamento forse supera il mio. L'altra alternativa e che sanno che fare, ma fanno finta di essere stupidi. Ma secondo me lo sono. Si prestano ai giochi superiori senza capire che sono soltanto le marionette.

Ma sembra che il mondo, cioè la gente comune inizia un po' a capire da dove soffia il vento. Ci sono indignati un po' dappertutto che hanno dimostrato davanti alle banche. In pochi, ma davanti le banche. Non contro governi, ma contro quelli che contano veramente. A scuola ci hanno insegnato che la politica e la mano prolungata dell'economia, e le banche sono la parte principale di quest'ultima. Ma ci siamo dimenticati la lezione e ci hanno fatto dimenticare. Perché sono loro, alcuni li chiamano anche poteri forti, quelli che fanno girare la nostra civiltà. Lo spread italiano sale perché qualcuno attacca le nostre obbligazioni. Non è che da oggi a domani qualcosa a cambiato. La nostra economia ed il nostro debito sono uguali, e non c'entrano niente con il fatto che in una settimana lo spread sale del 2%. Qualcuno ci sta attaccando chiedendoci, tra l'altro, di fare le privatizzazioni, e dopo di comprarci a buon prezzo, com'è già successo nel 1992. E quel qualcuno si trova all'estero. Ma purtroppo ha dei collaboratori nel nostro interno.

Molti hanno sputato sul governo in tutti i modi possibili, ma giorno dopo della sua caduta cominciano a dichiarare pubblicamente che non tutta la colpa di quello che succede è di Berlusconi. Buona mattina! Ben svegliati. E qualcuno vuole mettere Monti a governaci. Ma siamo matti? Un perfetto rappresentante di quelli poteri forti che sfruttano le nostre debolezze (sì che ci sono ed è colpa puramente nostra) per arricchirci sulla nostra pelle. Per caso ieri ho visto il blog casino della vita, il primo ed unico post era di ieri, che in modo ironico – satirico spiega la nostra situazione. Fatte un salto, forse il nostro trama raccontato in un altro modo vi sarà più chiaro, forse vi aprirà gli occhi ed i cervelli. Perché dobbiamo svegliarci, con l'erezione - questo significherà che siamo finalmente incazzati.

martedì 22 giugno 2010

Mondiali 2010

Ci sono due settimane da quando navigo poco su Internet, perciò oggi nessuna presentazione dei nuovi siti che ho trovato. E’ come mai surfo così poco o niente? E’ semplice, ci sono i mondiali di calcio a Sud Africa e la mia attenzione è molto più concentrata su questo fatto. Non sono un tifoso sfegatato, ma il calcio mi piace e gioco spesso con gli amici a calcetto a 5, ma anche a 7 (anche a 8 perché meno stancante) e quando arrivano delle gare di alto livello seguo con la passione le partite ed avvenimenti di contorno. Con cosa posso iniziare questo articolino?

Ma certo, con le impressioni lasciatemi dalla nostra amata nazionale (mi scuso per questo tono caldo ed appassionato con gli ascoltatori, e specialmente i seguaci della Radio Padania). Allora, anche tu come sembra lo è la maggioranza degli italiani, sei deluso dalle nostre prestazione, o meglio dire dai risultati, oggettivamente un po’ scadenti? Io no! Ho visto entrambe le partite, contro Paraguay e Nuova Zelanda, e devo dire che sono molto sereno ed ottimista in attesa dello scontro decisivo con la Slovacchia di dopodomani. Nei primi due incontri ho apprezzato molto la volontà dei giocatori ed il loro impegno che non si vede tutti i giorni. Anche la loro corsa; quello che mi veramente sta sulle scatole è sentire che i ragazzi sono stanchi perché gli impegni precedenti li hanno esauriti e robe di genere. Con i soldi che si prendono non credo sia giusto che possano essere stanchi.

Aspetto che passiamo il turno con un pareggio contro la Slovacchia, confidando che il Paraguay faccia fuori la Nuova Zelanda. Così copiamo il ’82 e vinciamo il campionato alla grande. Dico sul serio e penso che andrà proprio così, cioè il pareggio, dopo per il titolo è da avere un po’ di pazienza. Vincere due consecutivi sicuramente non è un’impresa facile, ma può succedere.

Ho visto anche le altre partite e la nazionale che mi ha lasciato una maggior impressione, non ho detto buona, e senz’altro l’Inghilterra. Incredibile! Uno squadrone così che sembra a momenti una squadretta dalla nostra serie C2. C’è qualcosa di marcio nel Regno Unito, ha detto William ai suoi tempi ed aveva ragione. Anche se non ha detto proprio così, doveva dirlo in questo modo e non tirare in ballo il regno di un altro paese; non è carino criticare gli altri mentre c’è qualcosa da pulire davanti alla propria porta (è vero che anche la Danimarca non brilla troppo).

Io adoro il calcio inglese, la potenza con la quale lo affrontano, la corsa a non finire, la volontà di vincere anche se si perde due a zero a cinque minuti prima della fine con lo slogan: noi non ci arrendiamo mai. Ma sembra che in Sud Africa si siano arresi. Non capisco perché e come. Non è che c’entra qualcosa il nostro Fabio? Magari è stato inviato là dalla nostra federazione per fare da quinta colonna? Vedremo alla fine perché c’è ancora tempo quasi per tutti per recuperare, esclusa la Francia. E non è che mi dispiace molto.

Aggiornamento dopo la partita


Io ci credevo in un miracolo fino all’ultimo minuto, ma cosa dico, secondo, ma l’evento soprannaturale non è successo. Siamo partiti male e sembravano tutti francesi, incluso Lippi che non dava indicazioni, aveva uno sguardo perso e le mani tra i capelli – incredibile. Non si correva, non si provava di fare niente, come se tutti fossero drogati, persi per sempre. Non credo qualcuno ci spiegherà mai cosa è davvero successo, ma il risultato è la desolazione, disperazione di noi tifosi. Addio mondiali, che se ne frega cosa fanno gli altri.